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Salute

Influenza in arrivo: come prevenirla

Il buon vecchio "prevenire è meglio che curare" è una regola valida per tutti: una settimana di influenza non è certo paragonabile ad una bella vacanza da scuola o dal lavoro ed è quindi meglio evitarla rinforzando in anticipo le difese immunitarie e prendendo qualche piccola precauzione, come consigliato dai medici.

SE LA CONOSCI LA EVITI

Così recitava un noto slogan rivolto allora ad una malattia ben più grave, ma anche per la comune influenza, è bene sapere di cosa stiamo parlando. Qual'è la carta di identità di questa patologia? Innanzitutto sgombriamo il campo da un equivoco di fondo: l'influenza non è affatto banale.
E' una vera e propria patologia che fortunatamente nella maggior parte dei casi si risolve in un breve lasso di tempo senza che siano richiesti interventi medici rilevanti, ma che ben può in alcuni casi dar luogo a complicazioni anche importanti. Essa è causata da un virus, che infetta principalmente le vie aeree, quindi naso, gola e polmoni. Pur appartenendo in ogni caso alla famiglia dei virus influenzali di tipo A o B (quelli, per capirci, che possono colpire l'uomo), è molto frequente che il responsabile dell'influenza vada in contro a mutazioni genetiche, dando vita a vere e proprie nuove stirpi di virus e a diversi ceppi influenzali. Questo giustifica il fatto che ogni anno si senta parlare dell'influenza come di una malattia differente da quella che ci ha colpito in precedenza.
Al nuovo ceppo vengono in genere attribuiti nomi fantasiosi, che ne permettono il riconoscimento rapido e che sono collegati al punto di origine del contagio. Per l'inverno 2013 - 2014 si parla ad esempio di Australiana, ma tutti ricordiamo sicuramente i suoi predecessori: l'asiatica, la cinese e così via.

Molto più rara è l'eventualità che il virus influenzale subisca mutazioni tali da renderlo immune ai farmaci in commercio, provocando epidemie molto estese, ecco perché tra i presidi più importanti in materia di prevenzione vi è comunque il famoso vaccino antinfluenzale.

La diffusione delle influenze è tenuta costantemente sotto controllo da un apposito osservatorio internazionale, nonché dalle sue derivazioni nazionali. Nel nostro paese il compito è attribuito alla sentinella Influnet, una rete di medici che monitora costantemente l'andamento stagionale dei sintomi e al quale si devono le previsioni che ogni anno, come veri e propri bollettini meteo ci annunciano l'arrivo dell'epidemia e il suo picco.

I SINTOMI

L'influenza, si presenta con sintomi pressoché costanti: febbre superiore ai 38°C o sensazione corrispondente di malessere (spesso chi ha l'influenza non mostra un reale innalzamento della temperatura, ma ne percepisce gli stessi effetti), tosse con mal di gola, naso pieno o che cola, mal di testa, spesso spossatezza e affaticamento, brividi, nausea, vomito e problemi intestinali. Non necessariamente tutti i sintomi si presentano nello stesso paziente e, a seconda del ceppo influenzale, alcuni di essi possono essere più o meno accentuati. Nei bambini in particolar modo, si riscontrano i problemi connessi all'intestino e alla sensazione di nausea.

La gravità dei sintomi, ci permette (seppur con qualche difficoltà data la somiglianza della manifestazione) di distinguere la vera influenza da quei malanni, stati di raffreddamento e piccoli disturbi che colpiscono nella stagione fredda e in special modo durante il cambio di stagione quando, a causa dei repentini sbalzi di temperatura, ci troviamo a starnutire a ripetizione, insorge la tosse o registriamo qualche linea di febbre. Non è influenza ed è bene tenerne conto perché aggredire un semplice raffreddore a suon di antibiotici non solo sarebbe inutile al fine della guarigione, ma potrebbe avere il contrario effetto di indebolire le nostre difese immunitarie e renderci più esposti all'arrivo della vera e propria epidemia influenzale.

La corretta tenuta del sistema immunitario è il primo e più importante ostacolo che possiamo opporre al virus. E' noto che i soggetti più a rischio sono coloro che si trovano per varie ragioni, in una condizione di degenza, più o meno prolungata o nei quali malattie precedenti, hanno provocato un abbassamento delle difese tale da rendere il loro corpo un ospite perfetto per qualsiasi virus in circolazione. Anche se abbiamo la fortuna di godere di un buon livello di salute, è bene evitare comportamenti dannosi per il sistema in generale, primo fra tutti, come già accennato, l'assunzione di farmaci anche pesanti ad ogni piccolo accenno di raffreddore.
Lungi dall'aiutarci concretamente, un bombardamento chimico dell'organismo finisce per lasciar più danni che benefici. Lo stesso dicasi per stili di vita sregolati: anche chi ritiene che sonno e pasti siano un lusso non necessario, sarà più esposto al virus, in quanto già indebolito.

COMBATTIAMOLA CON L'ALIMENTAZIONE

Che l'influenza si combatta anche a tavola è un dato di fatto: una corretta e sana alimentazione, che sia in grado di apportare tutti i nutrienti necessari è la chiave per rendere l'organismo sufficientemente forte da contrastare con le proprie risorse virus poco aggressivi. Meno condivisibile è l'idea che esista una sorta di menù magico: scorpacciate di broccoli e arance ingurgitati allo scoppio dell'epidemia, nulla potranno contro il virus. Quello che invece è consigliabile seguire, è un corretto stile alimentare che si protragga durante tutto l'anno e che preveda, in corrispondenza dei cambi di stagione, un surplus di vitamine e sali minerali. Allo stesso modo diventa fondamentale mantenere in salute l'intestino, la cui flora batterica è importantissima per sostenere la produzione delle naturali difese organiche. In tal senso via libera a frutta, verdura e alla giusta dose di fibre e alimenti probiotici.

Altri elementi da tenere sotto controllo sono l'igiene e la protezione strettamente individuale. Il virus influenzale si trasmette per via aerea o per contatto: tosse, starnuti e liquidi corporei sono veicoli della malattia. Una corretta igiene delle mani e delle vie respiratorie può contrastare o quantomeno rallentare la diffusione dell'influenza. E' quindi buona regola provvedere a lavarle spesso, specie quando si è venuti a contatto con ambienti molto frequentati. Se non avete a disposizione acqua corrente potete ricorrere ai gel disinfettanti. Ormai si trovano in ogni supermercato, in comode boccette o in salviette imbevute monouso. Soprattutto in questi iniziali mesi invernali è buona norma averne a disposizione.
Ugualmente importante è la cura delle vie aeree. Con il buon vecchio "metti la mano davanti alla bocca", le nostre madri cercavano di insegnarci non solo una basilare regola di comportamento, ma anche una fondamentale norma igienica. Un si deciso quindi ai fazzoletti usa e getta e alle mascherine. Se vi sembrano esagerate, provate a pensare alla concentrazione di virus che può infestare l'aria della metro di una grande città nell'ora di punta. Sempre nell'ambito delle norme igieniche fondamentali è bene ricordare la necessità di isolamento di coloro che sono affetti dall'influenza. Questo non significa che debbano essere posti in quarantena o sotto una campana di vetro, è chiaro, ma dovrebbe essere altrettanto palese e naturale prendersi qualche giorno di pausa dalla scuola e dal lavoro. Il mondo non crollerà durante la vostra assenza, guarirete più in fretta evitando le ricadute e, soprattutto non contribuirete a trasformare i luoghi che frequentate abitualmente in veri e propri lazzaretti.

Luoghi di lavoro, scuole, mezzi di trasporto pubblici, sono tutti luoghi che nei prossimi mesi pulluleranno di persone ammalate o in procinto di esserlo ed è quindi normale che essi siano i più grandi centri di diffusione del virus. Riuscire ad evitarli sarebbe l'ideale: secondo alcune statistiche costituirebbe addirittura il 50% della prevenzione. Un minimo di realismo ci permette però di capire che è impossibile sottrarsi completamente.
Non è pensabile trascorrere l'inverno rintanati in casa per paura di ammalarsi. Seguire le norme igieniche che abbiamo visto è già un buon aiuto, ma c'è ancora spazio di manovra. Attenzione all'abbigliamento. Non per estetica o questioni legate ai materiali, ma per il fatto che sottoporre il nostro organismo a bruschi sbalzi di temperatura, può aprire la strada all'influenza in men che non si dica. Negli uffici e nelle scuole spesso la temperatura è addirittura equatoriale, mentre all'esterno si gela. Lo stesso dicasi per i mezzi pubblici, che offrono l'intero pacchetto: se il riscaldamento funziona è soffocante e appena scesi veniamo investiti dal gelo; se è rotto non va meglio, perché ci costringe a viaggi frequenti, spesso molto lunghi, al freddo. E' quindi più che mai indispensabile vestirsi a strati, Non è comodo, non sempre è carino da vedere, ma può salvarci non solo dall'Australiana, ma da tutte le altre malattie di stagione.

FARMACI E VACCINI

Infine veniamo all'aiuto farmacologico. Premesso, come abbiamo detto, che il ricorso indiscriminato ai farmaci è tutt'altro che una buona abitudine, è pur vero che la medicina ha fatto passi avanti giganteschi e che oggi fornisce una soluzione almeno per i mali più comuni e non particolarmente gravi. L'influenza non fa eccezione e possiamo combatterla con gli antivirali e con i vaccini antinfluenzali.

La vaccinazione è, allo stato, il migliore presidio di prevenzione per tutte le complicanze dell'influenza e ce ne occuperemo più avanti, ma gli antivirali sono a tutti gli effetti ulteriori alleati della salute, anche se sono utilizzabili solo in casi particolari, quale "extrema ratio" non rientrando nelle cure normalmente somministrate. Come indica la denominazione, essi servono per contrastare specificatamente i virus.

Attualmente nel nostro paese, stando a quanto riferisce il Ministero della Salute, è autorizzata la commercializzazione ad uso preventivo, di due antivirali, dal nome complesso: l'amantidina e l'osteltamivir. Al di là delle specifiche del singolo farmaco, per le quali è sempre d'obbligo consultare un medico, essi risultano efficaci in molti casi.
Il primo risulta in grado di prevenire il tipo A; il secondo è di spettro più ampio, intervenendo sulla diffusione anche del tipo B, ha effetti preventivi minori, ma risulta avere una migliore tollerabilità. In ogni caso, data la presenza di effetti collaterali anche rilevanti, non è prospettabile un impiego diffuso, che non tenga conto delle specifiche condizioni di ciascuno. Lo stesso Ministero competente, nelle linee guida pubblicate in tema di prevenzione dell'influenza, sottolinea due dati rilevanti.
In primo luogo gli antivirali, per essere efficaci, devono rispettare tempi di somministrazione ben definiti: 48 ore dal manifestarsi dei primi sintomi è il tempo massimo, oltre il quale non è più conveniente assumerli. In secondo luogo la letteratura medica ha descritto diversi casi nei quali il virus influenzale, a seguito di una di quelle normali mutazioni cui in precedenza facevamo cenno, ha acquisito la capacità di resistere a questi farmaci, rendendone praticamente inutile l'assunzione.

A questo punto è evidente che l'unico vero rimedio contro l'influenza, adottabile all'interno di una routine di prevenzione, sia il tanto vituperato vaccino. Vediamo perché. Innanzitutto la composizione del siero viene modificata ogni anno, proprio per seguire l'evoluzione del virus e garantire un'efficacia che negli adulti è fissata addirittura tra il 70 e il 90%. Lo Stato propone delle campagne di vaccinazione, proprio in previsione delle influenze, con il duplice scopo di proteggere i singoli individui e favorire anche la collettività, evitando che il virus si diffonda per contagio.

Il vaccino agisce inducendo nell'individuo una risposta del sistema immunitario che, essendo calibrata sullo specifico virus, evita nella gran parte dei casi l'insorgere della malattia. L'importanza di questa sorta di scudo protettivo è più elevata in alcune circostanze, là dove cioè le complicazioni che potrebbero insorgere con l'influenza, sarebbero per il paziente particolarmente gravi, se non addirittura letali. Per questo motivo, non potendosi prevedere per ovvie ragioni organizzative ed economiche, una vaccinazione a tappeto di tutta la popolazione, il Sistema Sanitario Nazionale si rivolge essenzialmente a date categorie. In primo luogo gli anziani dai 65 anni in su e poi i bambini con più di 6 mesi, i ragazzi e gli adulti che siano affetti da determinate malattie croniche, per i quali siano programmati interventi chirurgici o che siano sottoposti a determinati trattamenti o si trovino ricoverati in strutture di lunga degenza. Coperte dal richiamo antinfluenzale sono anche le donne che si trovino nel secondo e terzo trimestre della gravidanza. Non che nel primo trimestre non ci siano rischi, ma si ritiene più prudente che il rapporto tra rischi e benefici del vaccino sia valutato dal medico con riferimento al singolo caso. Per tutti questi soggetti la vaccinazione è gratuita e va effettuata nei modi e nei tempi stabiliti e comunicati a livello locale.

Ci sono poi alcune categorie di connazionali per i quali la prevenzione mediante vaccino non è collegata tanto ad un rischio elevato per la loro salute, quanto alla necessità di immunizzarli e preservarli dalla malattia, in considerazioni del ruolo che ricoprono. Medici, personale sanitario, familiari e persone a contatto con soggetti a rischio, nonché addetti a servizi di interesse collettivo e lavoratori. Lo scopo è chiaramente quello di evitare la paralisi della Pubblica Amministrazione, del sistema sanitario e della produttività, per una influenza.

E tutti gli altri? Per i bambini di età inferiore ai sei mesi non è prevista vaccinazione. In questo caso il limite è dovuto all'assenza di studi medici che dimostrino non tanto l'efficacia, quanto la mancanza di effetti nocivi. Data la delicatezza dei lattanti è bene non rischiare. Le categorie che non sono considerate a rischio possono comunque essere sottoposte a vaccinazione, ma in questo caso si tratta di una cura volontaria. Possono essere molte le ragioni per farlo: lavoro, viaggi, semplice paura della malattia. Qualunque sia la motivazione è possibile acquistare in farmacia il vaccino e chiederne la somministrazione alle strutture dedicate (non sempre è di competenza del medico di base). Sebbene l'idea di vaccinarsi ed evitare così qualsiasi malanno possa essere allettante, la corsa alla farmacia dovrebbe essere rallentata da un preventivo consulto medico. Nonostante l'efficacia infatti, il vaccino presenta specifiche controindicazioni che è bene conoscere e che potrebbero avere effetti molto negativi sulla nostra salute.

Il siero che viene iniettato è composto da virus "inattivi" o da loro parti, cui l'organismo può rispondere manifestando dolori, gonfiori ed eritemi, in genere ben localizzati sul braccio, proprio in corrispondenza con il foro di ingresso dell'ago. Possono tuttavia apparire effetti collaterali più importanti: febbre e malesseri possono colpirci per uno o due giorni e non manifestarsi subito, ma solo 6 o 12 ore dopo l'iniezione. Nonostante non ci sia notizia di reazioni allergiche e ormai si ritenga che in genere il vaccino sia un rimedio molto sicuro, in rarissimi casi le persone che lo hanno assunto hanno poi sofferto di nevralgie, problemi neurologici ed altri disturbi che è bene comunque considerare. Prima di decidere di vaccinarsi volontariamente è quindi sempre opportuno informarsi e chiedere il parere del proprio medico curante. Potrebbe sconsigliarlo in considerazione della vostra storia clinica. Ad esempio non è possibile vaccinarsi nel caso in cui si sia manifestata una reazione anafilattica ad altro vaccino o ad un suo componente.

Se decidete di procedere, attenzione alle tempistiche. Il periodo di disponibilità del vaccino antinfluenzale va da ottobre a dicembre, ma il momento migliore per sottoporsi alla profilassi è il periodo pre-natalizio, tra novembre e dicembre. Non tanto perché le orde di parenti in arrivo per le feste potrebbero contagiarvi, quanto per le caratteristiche del rimedio: la protezione è effettiva dopo 15 giorni circa e dura per sei mesi.

Se consideriamo che l'influenza arriverà al culmine della diffusione tra gennaio e febbraio, il calcolo è presto fatto. Se dopo tutte le precauzioni avrete comunque contratto l'influenza, prendetevi un periodo di riposo (in genere è sufficiente una decina di giorni per recuperare completamente), curatevi e affrontatela con serenità. Anche un atteggiamento positivo, aiuta notevolmente a rinforzare il sistema immunitario e, se non altro, eviterete fastidiose ricadute!

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Autore
Giulio Mignani
Giulio Mignani

Farmacista, laureato con lode presso l'Università di Bologna. Si occupa soprattutto di integrazione alimentare e sportiva.

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