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Salute

Vitamina D: salute delle ossa

  • martedì 20 agosto 2013

Il nome di vitamina D o calciferolo, è stato dato ad una famiglia di composti con attività antirachitica. La vitamina D2 è stata isolata dalla segale cornuta e si trova nella maggior parte degli alimenti; mentre la vitamina D3 è stata isolata a partire dall'olio di pesce.
Hanno una struttura chimica un pò differente fra loro, ma svolgono la stessa attività biologica.

Il calciferolo presente nell'organismo ha una doppia origine: endogena ed esogena: 

  • fonte endogena: il colecalciferolo o vitamina D3 può essere sintetizzato negli strati basali dell'epidermide partendo dal colesterolo, sotto l'influenza dei raggi UV della luce solare. La sintesi cutanea costituisce la principale fonte di vitamina D per l'organismo ma dipende dall'irraggiamento solare.
  • fonte esogena: anche l'alimentazione apporta vitamina D sotto 2 forme: la vitamina D3 di origine animale e la D2 presente nei vegetali e che non può essere sintetizzato dall'uomo.

L'assorbimento di questa vitamina avviene a livello dell'intestino tenue attraverso un meccanismo di diffusione passiva e di incorporazione nei chilomicroni.
Contrariamente alle altre vitamine liposolubili, la vitamina D non è immagazzinata a livello del fegato, ma le principali fonti di deposito sono il tessuto adiposo per la forma D3 ed i muscoli per la forma idrossilata della D3.
L'eliminazione della vitamina D e dei suoi derivati avviene per via fecale.

FUNZIONI
La vitamina D svolge un ruolo essenziale nella regolazione del metabolismo fosfo-calcico ma è anche implicata in altri fenomeni fisiologici. La forma idrossilata agisce a livello dell'intestino, dell'osso e del rene:

  • a livello intestinale stimola un aumento dell'assorbimento intestinale di calcio e fosforo.
  • a livello osseo è contenuto il 99% del calcio dell'organismo. Provoca un riassorbimento osseo stimolando l'attività degli osteoclasti. Dall'altra parte però provoca anche una mineralizzazione ossea in  modo indiretto tramite l'aumento della calcemia.
  • a livello renale provoca un riassorbimento del fosforo, ma l'azione diretta sul riassorbimento del calcio riguarda solo l'1% del calcio filtrato. Globalmente la vitamina D è ipercalcemizzante e la finalità delle sue diversi azioni è di mantenere un pool fosfo-calcico sierico disponibile per la mineralizzazione dell'osso.

Altri 2 ormoni intervengono nel metabolismo del calcio: il paratormone (ipercalcemizzante) e la calcitonina ( ipocalcemizzante) che intervengono rispettivamente in caso di una carenza o di un aumento di calcio a livello ematico.
i recettori per la vitamina D sono localizzati anche a livello della ghiandola mammaria e possono essere implicati nella regolazione della concentrazione di calcio nel latte.
Durante la gravidanza o l'allattamento si ha un aumento dell'assorbimento intestinale del calcio.

Il trasporto placentare del calcio è controllato dalla vitamina D e questi meccanismi sono implicati nella mineralizzazione dello scheletro fetale.
la vitamina D è necessaria per il buon funzionamento muscolare in quanto regola la concentrazione di calcio. Carenze di vitamina D provocano debolezza muscolare visibile tramite elettromiografia. Il muscolo svolge un ruolo di riserva di calcio in caso di ipocalcemia.

Le cellule beta delle isole di Langeharans del pancreas sono ricche di recettori per la vitamina D e una sua carenza si manifesta con una diminuzione nella sintesi di insulina.

A livello cutaneo esercita un effetto sulla crescita e sulla differenziazione cellulare.
A livello ematico stimola la formazione di macrofagi, inibisce la formazioni di linfociti B e T e stimola l'aggregazioni piastrinica.

FONTI ALIMENTARI
Gli alimenti e soprattutto i vegetali contengono poca vitamina D.
Gli alimenti più ricchi sono i pesci grassi, le uova (tuorlo), il fegato, il burro e la materia grassa del latte. A seconda delle fasce d'età, l'apporto nutrizionale consigliato è da 10 a 15 microgrammi al giorno:

  • lattanti: 10 µg/giorno.
  • bambini da 1 a 3 anni: 15 µg/giorno.
  • bambini da 4 a 9 anni:  10 µg/giorno.
  • bambini da 10 a 12 anni: 10-15 µg/giorno.
  • adolescenti, adulti: 10 µg/giorno.
  • persone anziane: 12 µg/giorno.
  • gravidanza, allattamento: 15 µg/giorno.

CARENZA
La carenza di vitamina D provoca il rachitismo comune nel bambino e l'osteomalacia carenziale nell'adulto. Le manifestazioni cliniche sono essenzialmente ossee. Queste 2 affezioni sono sensibilmente diverse in quanto una si manifesta sull'osso in crescita mentre l'altra sull'osso formato.

Il rachitismo compare fra i 6 mesi ed i 2 anni di vita. Si manifesta con deformazioni ossee, disturbi dell'andatura, ingrandimento metafisario e ritardo dell'ossificazione. Le ossa sono più deboli e quindi maggiormente esposte a fratture e si può manifestare debolezza muscolare.

L'osteomalacia si manifesta invece in età più adulta e si presenta con dolori ossei e muscolari. I dolori ossei si manifestano progressivamente in alcune settimane o in alcuni mesi, si estendono ed aumentano di intensità. Si intensificano camminando e possono comportare una diminuzione della mobilità dell'anca. I dolori muscolari, invece, sono dovuti a miopatia prossimale predominante negli arti inferiori che comporta una debolezza muscolare e andatura ancheggiante. In uno stadio avanzato questi dolori possono causare una totale impotenza funzionale. La carenza di vitamina D si manifesta anche a livello ematico con una diminuzione dei livelli di calcio e fosforo e di conseguenza un aumento del paratormone circolante. Una carenza di vitamina D si manfesta in caso di malattie che ne riducono l'assorbimento come insufficienza renale cronica, problemi epatici, dialisi, alcolismo, tumori.

INTERAZIONI FARMACOLOGICHE
Alcuni farmaci interagiscono con il metabolismo della vitamina D:

  • barbiturici e idantoine, antiepilettici che aumentano la degradazione della vitamina D e riducono l'assorbimento del calcio.
  • rifamcina, antitubercolare che aumenta la degradazione di vitamina D.
  • contraccettivi orali, aumentano la forma idrossilata della vitamina D.
  • acido fitico contenuto in alcuni alimenti (soia, crusca e cereali) diminuiscono l'assorbimento intestinale di calcio.

INCIDENTI E COMPLICANZE
L'intossicazione di vitamina D può provocare effetti secondari gravi. Risulta sempre dalla somministrazione di dosi eccessive di vitamina D o dei suoi metaboliti. Non esiste sovradosaggio dovuto ad un'esposizione solare eccessiva, (la sintesi endogena è regolata in funzione del fabbisogno) o ad un'alimentazione troppo ricca (il contenuto degli alimenti non lo consente).

La tossicità si manifesta con cefalea, astenia, dimagrimento, anoressia, nausea, vomito, debolezza muscolare, crampi, disidratazione, ecc.

E' fondamentale un'integrazione di vitamina D sia nel bambino per evitare il rachitismo, ma anche nell'anziano per evitare le fratture del collo del femore.

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