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Salute

Vietato fumare. E' davvero cosi'?

  • martedì 19 aprile 2011

A sei anni dall'entrata in vigore della Legge Sirchia, un'indagine dell'Istat fa il quadro dei risultati raggiunti, mostrando che il rispetto della norma è sostanzialmente entrato nelle abitudini degli italiani, ma le percentuali di fumatori rimangono sostanzialmente inalterate.

Sei anni fa, con il plauso dei non fumatori, qualche mugugno dei patiti della sigaretta e una certa apprensione di gestori di bar e ristoranti, entrava in vigore la cosiddetta "legge Sirchia", che imponeva il divieto di fumare nei locali pubblici.

Ora un'indagine dell'Istat fa il quadro dei risultati raggiunti, mostrando che il rispetto della norma è sostanzialmente entrato nelle abitudini degli italiani: soltanto l'8 per cento delle ispezioni condotte nel 2010 dai Nas (con particolare attenzione ai locali in cui più si potrebbe essere inclini a violarla, come le discoteche) ha permesso di accertare infrazioni, e la gran parte di queste, il 5 per cento circa, riguardavano la mancata o l'erronea affissione dei cartelli di divieto.

Un'indagine parallela condotta per conto dell'Istituto superiore di sanità ha peraltro rilevato che lo scrupolo dei fumatori si allenta quando dovrebbero stare lontani dalla loro velenosa "amica" per tempi più lunghi di quelli di un caffè o una cena, dato che il 30 per cento degli intervistati ha riferito che sul posto di lavoro è stata esposta al fumo passivo almeno una volta nella settimana precedente all'intervista.


ALLA LARGA DA QUELLO PASSIVO
Altrettanto significativo è che oggi ben il 95,4 per cento delle persone sia consapevole del fatto che il fumo passivo rappresenta un rischio tutt'altro che trascurabile per la salute di chi vi sia esposto, anche se poi quasi la metà delle persone (il 43,6 per cento), è convinta che per "ripulire" dalla contaminazione del fumo una stanza sia sufficiente arieggiarla per qualche minuto, mentre in realtà i composti amminici, cancerogeni, possono permanere nell'ambiente per diverse ore.

In definitiva si può dunque affermare che la legge Sirchia abbia raggiunto uno dei suoi scopi principali. Non ci si può nascondere però che quando venne varata si pensava che essa potesse anche rappresentare un disincentivo al fumo, ma così non è stato.


ITALIANI ANCORA DIPENDENTI
Rispetto al 2003, quando la percentuale della popolazione fumatrice al di sopra dei 14 anni era del 23,8 per cento, la stessa è scesa appena al 22,8 per cento, rimanendo sostanzialmente allineata ai valori degli ultimi anni. A questo, per il vero, va aggiunto che contemporaneamente si è assistito a una discreta diminuzione delle vendite di sigarette che sono tornate a livelli inferiori di quelli di 20 anni fa: in media ogni fumatore ha rinunciato a un pacchetto al mese.

La maggioranza dei fumatori sono sempre uomini, quasi uno su tre (il 29,2 per cento per la precisione), non sa resistere alla tentazione di aspirare la sua dose giornaliera di nicotina, mentre soltanto il 16,9 per cento delle donne lo fa, ma da diversi anni la differenza si sta assottigliando

Un altro dato preoccupante è che da questa ultima indagine l'età in cui si inizia a fumare si è abbassata e dai 17-18 anni di un tempo, il momento della prima sigaretta si colloca tra i 13 anni, quando soltanto il 4 per cento dei ragazzi fuma, e i 15 anni, dove la percentuale fa un rapido balzo al 19 per cento. Secondo l'indagine motivazionale dell'Iss, il fattore che spinge i ragazzi a fumare non è il piacere che dà la sigaretta (indicato appena dal 15 per cento dei soggetti) né il cattivo esempio dei genitori (2,5 per cento), ma l'influenza degli amici che già fumano: nell'età critica in cui si sviluppa il senso della propria autonomia e si inizia a distaccarsi dal "nido" protetto della famiglia, a essere determinanti sono i rituali di appartenenza al gruppo dei pari.


SMETTERE FA SEMPRE BENE
Trovare la volontà di smettere può essere difficile e non di rado i famatori di lunga data si nascondono dietro un unico pensiero: «certo, mi farebbe bene smettere, ma oramai...» . Nulla di più sbagliato. Anche se per recuperare alcuni danni e rischi ci vuole molto tempo, alcuni benefici sono molto veloci.

Ecco una lista dei vantaggi:- Entro 20 minuti si normalizzano pressione arteriosa, battito cardiaco e temperatura di mani e piedi.
- Entro 8 ore scende il livello di anidride carbonica nel sangue e si normalizza il livello di ossigeno.
- Entro 24 ore diminuisce il rischio di attacco cardiaco.
- Entro 48 ore iniziano a ricrescere le terminazioni nervose e migliorano l'olfatto e il gusto.
- Entro 72 ore si rilassano i bronchi, migliora il respiro e aumenta la capacità polmonare.
- Da 2 settimane a 3 mesi migliora la circolazione e camminare diventa sempre meno faticoso.
- Da 3 a 9 mesi diminuiscono affaticamento, respiro corto, e altri sintomi come la tosse, mentre aumenta il livello generale di energia.
- Entro 5 anni la mortalità da tumore polmonare per il fumatore medio (un pacchetto di sigarette al giorno), scende da 137 per centomila persone a 72.
- Entro 10 anni le cellule precancerose vengono rimpiazzate e diminuisce il rischio di altri tumori: alla bocca, alla laringe, all'esofago, alla vescica, ai reni e al pancreas.
- Dopo 10 anni la mortalità da tumore polmonare scende a 12 per centomila che è la normalità; praticamente il rischio di decesso per tumore polmonare è paragonabile a quello di una persona che non ha mai fumato.

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