il Blog di Meditua.it

Salute

Pressione sotto controllo

  • martedì 19 aprile 2011

E' molto importante farlo per non incorrere in sgradevoli problemi.

La pressione arteriosa è tenuta sotto controllo da una serie di reazioni fisiologiche che determinano continui aggiustamenti del volume del sangue circolante, della forza e della frequenza delle contrazioni del cuore e del diametro delle arterie.
Compito dell'apparato circolatorio è infatti mantenere la pressione a valori sufficienti a far arrivare il sangue a tutti gli organi, ma non troppo alti da danneggiarli. Al buon funzionamento di questo sistema omeostatico provvede una complessa rete di meccanismi regolatori, concatenati tra di loro, della quale fanno parte non soltanto il cuore e i vasi sanguigni, ma anche il sistema nervoso, i reni e le ghiandole surrenali.
La conoscenza di tali meccanismi e delle loro interconnessioni ha permesso di sviluppare un nutrito repertorio di farmaci capaci di ridurre i valori della pressione intervenendo ai vari livelli del sistema di controllo. La disponibilità di molecole che pur avendo lo stesso obiettivo agiscono però in modo differenziato comporta un duplice vantaggio: da un lato offre una gamma di opzioni a cui attingere per trovare la soluzione più efficace per gli ipertesi; dall'altro consente di selezionare di volta in volta la terapia anche in base alle diverse condizioni patologiche che spesso si associano all'ipertensione: disturbi cardiovascolari, diabete, disfunzioni renali.

TANTE CATEGORIE, UN SOLO OBIETTIVO: TENERE LA PRESSIONE SOTTO CONTROLLOLe categorie di antipertensivi di uso più comune sono: i diuretici, i beta-bloccanti, i calcio-antagonisti, gli ACE-inibitori, gli AT1 -antagonisti. I diuretici abbassano la pressione arteriosa in quanto aumentano l'eliminazione di sali e di acqua a livello renale, riducendo così sia il volume di sangue circolante, sia la concentrazione di sodio (che, se troppo alta, la fa aumentare).
I beta-bloccanti appartengono al grande gruppo dei farmaci che modificano la funzionalità del sistema nervoso simpatico. Annullano gli effetti dell'adrenalina il neurotrasmettitore che, stimolando l'attività cardiaca e inducendo vasocostrizione, fa aumentare la pressione andando a bloccare alcuni dei recettori cellulari (beta), ai quali essa deve legarsi per esplicare la sua funzione.
I calcio-antagonisti sono così chiamati perché impediscono l'ingresso del calcio nelle cellule muscolari del cuore e delle arterie, evento indispensabile perché queste possano contrarsi-determinando pertanto una dilatazione dei vasi sanguigni. Gli ACE-inibitori intervengono sui meccanismi del sistema renina-angiotensine-aldosterone, bloccando a livello renale l'attività dell'enzima necessario per la sintesi delle angiotensine II e III (Angiotensin Converting ng Enzyme, ACE), che determinano da un lato vasocostrizione e dall'altro la secrezione di aldosterone da parte dei surreni.
Anche gli AT1-antagonisti, noti come sartani, interferiscono con l'attività vasocostrittrice delle angiotensine, intervenendo però più a valle e in un certo senso in modo più selettivo, perché bloccano i recettori cellulari specifici (AT1) ai quali si lega l'angiotensina II. Oltre a questi, esistono altri gruppi di farmaci, per lo più attivi sul controllo nervoso della pressione, il cui impiego è riservato a casi specifici.
In ogni caso, il controllo farmacologico dell'ipertensione deve essere gradualmente messo a punto in base ai valori di partenza della pressione e ai risultati ottenuti con i diversi farmaci. In generale, tutti i tipi di farmaci citati, da soli o più spesso abbinati, sono indicati per intraprendere una terapia e sono efficaci nel prevenire i danni dell'ipertensione.
La scelta deve poi tenere conto dell'eventuale compresenza di altre condizioni patologiche e della maggiore o minore idoneità delle diverse molecole nei confronti di queste. Ecco qualche esempio: gli ACE-inibitori sono particolarmente adatti nei pazienti ipertesi con insufficienza renale; i beta-bloccanti e i calcio-antagonisti in quelli che soffrono anche di angina; i sartani e gli ACE-inibitori nei diabetici.

UN SISTEMA COMPLESSO E RECISONelle pareti del cuore e dei vasi sanguigni ci sono specifici recettori (barocettori), che rilevano di continuo la pressione del sangue e inviano le relative informazioni al sistema nervoso centrale. Una volta rilevati i valori di pressione, i due settori del sistema nervoso autonomo, simpatico e i parasimpatico, intervengono regolando l'attività contrattile del cuore e la costrizione/dilatazione dei vasi, mentre l'ipotalamo secerne un ormone (antidiuretico) che controlla il riassorbimento di sali e acqua nei reni.
La funzione renale incide sulla pressione arteriosa in due modi: variando la concentrazione dei sali (soprattutto di sodio e potassio) e il volume del sangue circolante; liberando un enzima (renina) che attiva due proteine (angiotensine II e III) capaci di provocare vasocostrizione e di stimolare l'attività endocrina dei surreni.
I surreni emettono sostanze (adrenalina e noradrenalina), e influenzano direttamente la attività cardiaca e il tono vascolare sia, sotto l'effetto delle angiotensine, un ormone (aldosterone) che regola il funzionamento dei reni.
Nel suo complesso il controllo della pressione operato in modo coordinato da reni e surreni è noto come sistema renina-angiotensine-aldosterone. Infine, a modulare istante per istante l'equilibrio tra costrizione e dilatazione dei vasi ci sono le cellule del loro rivestimento interno (endotelio), liberando sostanze chimiche capaci di influenzare lo stato di contrazione/rilasciamento dello strato muscolare della loro parete.

Vuoi saperne di più?
Se vuoi, puoi contattarci:
telefono: (+39) 0541.1794019
email: info@meditua.it
Inviando il modulo confermo di avere letto e accettato l'informativa sulla privacy

Iscriviti alla nostra Newsletter

Non perderti le offerte e le novità!