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Malattie e Disturbi

Epatite B: pericolosa e silenziosa

  • martedì 10 settembre 2013

L'epatite B è una malattia molto contagiosa causata dall'omonimo virus, detto anche HBV, che si trasmette attraverso il sangue o tramite i fluidi corporei (sperma, secreto vaginale, saliva), come avviene con l'uso promiscuo di siringhe, rasoi e spazzolini infetti o durante i rapporti sessuali.
Sono proprio i rapporti non protetti a costituire la primaria causa di infezione da epatite B, che fa registrare un significativo picco in età giovanile, epoca in cui la promiscuità sessuale è massima. 

Purtroppo come in  altre malattie sessualmente trasmissibili, ll contagio può avvenire soprattutto per opera dei dei cosiddetti portatori asintomatici, persone che, pur non manifestando sintomi importanti e non essendo per questo a conoscenza della propria malattia, possono inconsapevolmente trasmetterla a terzi.

Il rischio di contrarre l'epatite B è alto anche per chi soggiorna in parti del mondo dove l'infezione è molto diffusa; tali soggetti dovrebbero prendere in seria considerazione l'opportunità di vaccinarsi prima di partire per i loro viaggi. Elevati tassi di infezione da epatite B si registrano in paesi come l'Africa sub-sahariana, il sud-est asiatico, il bacino amazzonico, le isole del Pacifico ed il Medio Oriente.

L'epatite può essere trasmessa con facilità dalla madre al neonato durante il parto; è una patologia che colpisce soprattutto il fegato, causando un'infezione talvolta del tutto asintomatica, ma che può essere causa di gravi problemi, come la comparsa di cancro al fegato, cirrosi o insufficienza epatica.

In alcuni casi il trapianto d'organo rappresenta l'unica soluzione per salvare la vita al paziente. La maggior parte degli adulti infetti riesce comunque a superare l'infezione anche quando i sintomi sono gravi; più a rischio sono invece bambini e lattanti prechè più propensi a sviluppare un'infezione cronica.

VACCINAZIONE
Una vera e propria cura capace di debellare l'epatite B non esiste, ma ormai da molti anni è disponibile un vaccino in grado di prevenirla efficacemente a qualsiasi età (protezione nel 90-95% dei casi; periodo di copertura stimato in almeno 23 anni).
Gli effetti collaterali del vaccino sono piuttosto lievi e limitati a stanchezza fisica, mal di testa, dolore e gonfiore al sito di iniezione.

SINTOMI
La maggior parte dei neonati e dei bambini affetti da epatite B non sviluppa segni e sintomi di rilievo; analogo discorso per alcuni adulti. I sintomi caratteristici appaiono normalmente 12 settimane dopo il contagio e possono esordire in maniera più o meno severa.
Essi comprendono:

  • perdita di appetito.
  • nausea e vomito.
  • rash cutaneo.
  • debolezza e stanchezza.
  • dolore addominale, soprattutto attorno al fegato (parte destra dell'addome, appena sotto le costole).
  • ittero (colorazione giallastra che può interessare la cute e gli occhi).
  • urine scure e feci chiare.
  • dolore articolare.

Il danno epatico può essere evidente anche in assenza di sintomi, mentre la contagiosità è comunque elevata. Per questo motivo è molto importante comunicare al proprio medico curante eventuali sospetti derivanti dall'esposizione ai fattori di rischio tipici della malattia; un semplice esame del sangue è infatti sufficiente a diagnosticare l'epatite B.

Questa patologia può essere cronica o acuta, a seconda che duri rispettivamente più o meno di 6 mesi.
In presenza di una forma acuta, il sistema immunitario tende a rispondere positivamente all'infezione e a debellare il virus, con conseguente recupero completo nell'arco di alcuni mesi.
Al contrario, se la risposta immunitaria non è adeguata, l'infezione può cronicizzare e provocare a distanza di molti anni, gravi danni epatici, come la cirrosi e il cancro al fegato. La maggior parte degli adulti infetti va incontro ad una forma acuta, ma ciò non è sempre valido per i più piccoli.

Buona parte dei bambini contagiati dalla madre durante il parto oppure che contraggono la malattia nei primi 5 anni di vita, ha infatti grosse probabilità di sviluppare infezioni croniche. L'epatite B può cosi progredire in maniera subdola e silenziosa per decenni, fino a quando la persona non sviluppa una grave malattia epatica anche a distanza di 30/40 anni.

CONTAGIO
Piccole quantità di sangue o altri liquidi biologici sono sufficienti a trasmettere il virus; inoltre il virus ha una notevole resistenza nell'ambiente esterno dal momento che mantiene la sua infettività per molti giorni (almeno un mese) al di fuori del corpo.
Le modalità di trasmissione comprendono:

  • contagio sessuale (soprattutto durante rapporti non protetti).
  • piccole lesioni di cute o mucose, anche invisibili a occhio nudo, che possono facilitare l'ingresso del virus.
  • utilizzo comune di spazzolini da denti, rasoi, forbici, aghi o siringhe contaminate (tipico dei tossicodipendenti) , strumenti usati per piercing o tatuaggi.
  • trasmissione da madre a figlio.

TERAPIA
Non esiste una terapia specifica per l'epatite B acuta e nessun farmaco può alterare il corso dell'infezione una volta che ci si ammala. Tuttavia per gli individui in forma cronica, la terapia a base di interferone, lamivudina o adepofovir può aiutare; nei casi più gravi è necessario il trapianto di organo.

La malattia non può essere curata però i sintomi sì: per esempio limitare i grassi e può alleviare nausea, vomito e diarrea.
Inoltre è raccomandato che gli individui con epatite B riposino molto, seguano una dieta ricca di proteine per riparare le cellule danneggiate e ricca di carboidrati per proteggere il fegato, evitino l'alcool, evitino il consumo di farmaci perchè in questa condizione il fegato non riesce a funzionare in modo corretto e a degradare adeguatamente queste sostanze.

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