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Rimedi naturali

Il Pungitopo: un ottimo drenante

  • lunedì 18 aprile 2011

Il pungitopo, o rusco, dà sollievo a gambe gonfie e sintomi di stasi venosa. Peculiarità e virtù di questa pianta sempreverde, punto per punto.

RED BALL GAME

Il rusco detto più popolarmente "pungitopo" è una pianta sempreverde, che forma dei cespugli molto intricati, caratterizzata da numerose spine. La pianta ha un rizoma (cioè un "tronco sotterraneo'), strisciante dal quale si sviluppano i fusti (turioni), che assumo portamento eretti e rigidi (insomma a canna, un po' ramificati), alti fino a 80 cm, di colore verde scuro brillante. Sono particolarissime le formazioni che sembrano foglie: sono ovali e con all'apice una "spina" rigida e pungente, e sono dei rametti appiattiti e verdi (detti più propriamente cladodi).
I fiori del pungitopo  sono poco appariscenti, solitari, piccoli, poco colorati (solo un po' violacei quelli femminili), privi di picciolo spuntano al centro della pagina superiore della finta foglia. Il frutto è una bacca, che sembra una pallina di colore omogeneo rosso vivo, e che dona alla piantina riconoscibilità, grazia ed allegria. Il frutto matura verso l'inverno e rimane a lungo sulla pianta. L'arbusto selvatico ama i terreni boschivi, per esempio i boschi di faggi il e non sopporta freddo intenso o prolungato.
La pianta è infatti tipica della macchia mediterranea o del sottobosco delle regioni temperate; è presente in Italia più delle regioni centro-meridionali dove si acclimata fino alla mezza montagna, che nell'area subalpina. I rami di pungitopo provvisti di bacche sono oggi anche piante ornamentali e per addobbo che si regalano durante le feste di fine d'anno.

SPINOSO E VENOSO

In fitoterapia e cosmetica il rusco è oggi soprattutto apprezzato per le proprietà antiedemigene, vasocostrittrici, e anche antinfiammatorie.II pungitopo è quindi utile nella terapia dell'insufficienza venosa, in quanto favorisce il ritorno del sangue dalla periferia al cuore; tale effetto è utile soprattutto in presenza di edemi, da qui l'impiego come drenante, contro gambe stanche, pesanti e gonfie. I principali componenti responsabili delle proprietà farmacologiche del rusco sono due saponine steroidee, note come ruscogenina e neoruruscogenina, e diversi flavonoia cioè sostanze antiossidanti (specifica è la tutina o rutoside). Questi principi attivi si trovano in particolare nel rizoma.
Si ritiene che i composti contenuti nell'estratto di rusco siano in grado di stimolare le cellule muscolari liscio della parete dei vasi venosi, favorendo la vasocostrizione e migliorando quindi H tono venoso. Il rusco è insomma un vero e proprio veno-cosrittore. Inoltre questi principi attivi normalizzerebbero cioè diminuirebbero la permeabilità delle vene, ciò si tradurrebbe in una minore fuoriuscita di liquidi e in una riduzione dei sintomi in generale. Alcuni studi clinici nel corso degli anni 2000 hanno indagato l'effetto dell'estratto di rusco sull'insufficienza venosa con gruppi di controllo. Per esempio in uno di questi si misurava il tono venoso con un esame chiamato pletismografia, sia in posizione coricata sia durante il movimento. Secondo questa ricerca clinica c'era un miglioramento significativo dei valori della pletismografia. Si è anche verificato che i pazienti del gruppo con rusco mostravano una significativa riduzione dei diametro della caviglia e dell'intensità della sintomi rispetto a quelli del gruppo placebo. Il rusco viene sovente consigliato anche per dare sollievo dai sintomi tipici della malattia emorroidaria, come prurito e bruciore, ed in presenza di ragadi anali e proctiti.

NOMINA CONSEQUENTIA RERUM

I nomi popolari della pianta derivano dagli usi pratici che da tempo immemore ne fa la cultura contadina.
Il nome italiano Pungitopo fa riferimento all'antica usanza di metterlo nelle cantine, attorno alle provviste, alle dispense ecc. per tenere lontani i topi e i roditori in genere, grazie alle spine aguzze.
L'uso dei rami per fame rustiche ramazze non si è ancora estinto del tutto in Italia. Il termine comune inglese è butcher's broom, "scopa del macellaio" in quanto un tempo usata anche per raschiare il "tagliere" per pulirlo. Un altro uso specifico ma connesso consisteva nel far scorrere i rami nella canna fumaria dei camini per toglierne la fuliggine. Il termine Brusco fa riferimento al sapore particolare dei turioni, ancora apprezzati un cucina dai gourmet. I nuovi getti o giovani turioni, che compaiono in primavera, non sono peraltro troppo dissimili da altri "asparagi selvatici" o "asparagi matti".

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