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Rimedi naturali

Il ginepro: dalla cosmesi al gin!

  • giovedì 07 febbraio 2013

I romani ci insaporivano la carne, nel medioevo lo si riteneva miracoloso, oggi serve in dermo-cosmetica oltre che alla distillazione del liquore gin.

Pianta sempreverde tipica dell'area mediterranea, il ginepro è conosciuto soprattutto per le sue foglie pungenti e le sue bacche rosse, che sin dai tempi più antichi si ritenevano dotate di particolari proprietà curative. Sono proprio le bacche a dare il nome alla pianta: juneprus, antica parola di origine celtica, significa infatti acre, tale è il sapore dei suoi frutti. Dobbiamo risalire molto indietro nel tempo per ritrovare le prime testimonianze della fortuna che questa pianta ha incontrato e continua tuttora a incontrare negli usi e nelle tradizioni popolari. Fin dai tempi biblici le bacche e le foglie di ginepro erano utilizzate per curare la peste e il morso del serpente; nel Medioevo si riteneva che le bacche fossero in grado di operare guarigioni miracolose, e questa credenza continua nel XVI secolo, proseguendo nella medicina popolare fino ai giorni nostri: l'olio distillato dalle bacche è ritenuto un ottimo rimedio nei confronti dei disturbi più disparati, dalle malattie reumatiche e delle vie urinarie, a quelle delle vie respiratorie e dell'apparato digerente. La fitoterapia infatti riconosce al ginepro un'azione stimolante e protettiva nei confronti della mucosa gastrica, oltre ad aiutare la digestione e agire come carminativo. La sua azione diuretica favorireb­be poi la rimozione dei piccoli calcoli rena­li e la cura della cistite, mentre le sue pro­prietà balsamiche sarebbero apprezzate per i disturbi alle vie respiratorie. Se l'olio che si estrae dalle bacche e dai rametti del­la pianta - olio di cade - é utilizzato esterna­mente sulla pelle per curare psoriasi, der­matosi e lupus, bisogna distinguerlo da quello impiegato in cucina - olio di ginepro - mentre dalla miscela dei due si ottiene l'olio di harlem, impiegato contro la gotta.

Bisogna in ogni caso stare molto attenti a non farne un uso eccessivo ed é importan­te, se assunto per uso interno, farlo sem­pre sotto controllo medico, poiché in dosi eccessive può provocare irritazioni all'apparato urinario. Ci sono altre controindicazioni, motivo per cui oggi l'olio di ginepro viene usato raramente, tranne che per i dolori reumatici. Il ginepro è anche una spezia aromatica importante in cucina: già i Greci e i Romani ne facevano uso per insaporire le carni. II suo sapore è particolarmente apprezzato con la selvaggina di carne scura come quella del cervo e del cinghiale, oltre a essere impiegato nei paté e in altri tipi di piatti, da quelli a base di frutta e castagne, alle verdure come il cavolo.Tramite distillazione si produce il gin, mentre mescolando le bacche ad acqua e zucchero si ottiene una specie di vino detto birra di ginepro. Gli usi di questa pianta interessano anche il campo della bellezza edella cura personale. La polvere di ginepro infatti è alla base di trattamenti ristrutturanti per i capelli, consigliati soprattutto durante l'estate per proteggerli dall'aggressione del sole e dell'acqua salata del mare, rendendoli lisci e voluminosi. Durante il cambio di stagione, si ritiene inoltre che il ginepro aiuti a combatterne la caduta e l'alopecia, migliorando la microcircolazione del cuoio capelluto.

Un'ultima curiosità: in Giappone, il ginepro é una delle piante più utilizzate nell'arte bonsai, perché cresce secondo forme molto particolari e resiste agli sbalzi climatici. Dalle zone mediterranee al Sol Levante, dagli antichi romani all'uomo contemporaneo, nel corso della storia il ginepro continua a rivendicare il suo posto nei più disparati aspetti della nostra vita. 

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