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Alimentazione e Integratori
Degenerazione maculare senile: l'integrazione alimentare

Degenerazione maculare senile: l'integrazione alimentare

Nei paesi industrializzati, dove l'aspettativa di vita è sempre maggiore, compaiono patologie legate all'età che altrimenti non si manifesterebbero con tale frequenza.
Una di esse è la Degenerazione Maculare Senile, una delle principali cause di problemi visivi  che può portare anche alla perdita della visione centrale.
Il mercato degli integratori ha prodotto diverse soluzioni per prevenire il problema: vediamo come funzionano. 

La Degenerazione Maculare Senile (DMLE) è la prima causa di ipovisione sopra l'età di 50 anni. Solitamente colpisce persone di entrambi i sessi a partire dai 60 anni ed è legata, come suggerisce il nome all'età e a fattori ambientali.
Purtroppo questa caratteristica fa sì che la patologia si manifesti in entrambi gli occhi.

LE CAUSE

Probabilmente l'origine è genetica, è determinante la predisposisizione, ma i fattori ambientali (soprattutto il fumo) giocano un ruolo chiave.
Le cause modificabili, quelle su cui è possibile intervenire, come obesità, ipertensione, l'avere subito interventi chirurgici per la cataratta non hanno relazioni consistenti. 

Purtroppo le vere cause non sono modificabili: predisposizione, età, fototipo chiaro costituiscono la radice della malattia e non possono essere in alcun modo evitate.

La retina è un organo che consuma una grande quantità di ossigeno ed è, per ovvi motivi, altamente esposta alla luce solare. L'ipotesi del danno ossidativo è una delle ipotesi più accreditate per spiegare la genesi della patologia.

CHE COS'E' LA "MACULA"?

La macula è la regione della retina responsabile della visione più acuta dei dettagli. I bastoncelli, le cellule della retina utili alla visione notturna e a percepire il movimento sono localizzati in maggior parte nella periferia della retina, mentre al centro, a livello maculare, sono più abbondanti i coni, specializzati nella visione a colori e ad "alta definizione".

Osservando il fondo dell'occhio con un oftalmoscopio, la macula si presenta come una macchia (da qui il nome), di colore più chiaro. Al suo interno altre due regioni dette fovea e foveola si contraddistinguono per un diverso orientamento dei coni che, come dei pannelli solari, sono orientati in maniera differente per consentire una migliore esposizione alla luce.

La luce raccolta dai fotocettori (coni e bastoncelli) viene convertit in impulso elettrico e inviata al cervello attraverso il nervo ottico.

I SINTOMI

La malattia si presenta con un calo della vista, specialmente nella zona centrale. Tipiche sono le macchie  (drusen) giallastre che il paziente lamenta e che sono visibili con l'esame del fondo dell'occhio.
La DMLE si divide in due tipologie principali:

  • DMLE secca: sono presenti depositi (drusen), alterazioni di pigmenti e atrofia delle cellule. La perdita della vista dipende dall'estensione del danno: cioè dall'estensione delle macchie e dal numero di cellule che scompare. Spesso non è grave e la vista viene in buona parte conservata.
  • DMLE essudativa: riguarda un 10% dei pazienti, vede la formazione di nuovi vasi sotto la retina, che provocano sanguinamenti e provocano la formazione di cicartrici. La formazione di edema (versamento di liquidi). Queste deformazioni, unite a macule più grandi, compromettono la capacità visiva rendendo difficile la trasimissione degli impulsi visivi.

L'INTEGRAZIONE ALIMENTARE
Diversi studi hanno dimostrato l'efficacia di supplementaziondi di acido folico, piridossina e cianocobalamina: questo approccio però riduce la possibilità di sviluppare la patologia e non ha effetti curativi. 
L'occhio, per la sua natura anatomica, è difficilmente raggiungibile dalle sostanze introdotte a livello sistemico e tra quelle che raggiungono la retina in quantità apprezzabile vi sono luteina e zeaxantina. Queste sostanze hanno un effetto antiossidante contro i radicali liberi, aumentano la stabilità delle membrane cellulari e bloccano (in parte) le frequenze di luce più dannose. 

Sempre con funzione antiossidante, spesso è utilizzato il betacarotene (controindicato in fumatori ed ex-fumatori) o lo zinco.

MA FUNZIONANO?

Quello che purtroppo nessun trattamento può fare è recuperare la capacità visiva perduta.
Quindi la strada maestra è quella della prevenzione: evitare il fumo e seguire una dieta ricca di frutta e verdura aiuta a ridurre il rischio di sviluppare la patologia.
L'integrazione aumenta quest'azione preventiva in alcuni casi anche del 30%.

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Autore
Giulio Mignani
Giulio Mignani

Farmacista, laureato con lode presso l'Università di Bologna. Si occupa soprattutto di integrazione alimentare e sportiva.

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